Vitamina D e malattie psichiatriche: analisi delle possibili relazioni di causalità

Alessandro Cuomo, Bruno Beccarini Crescenzi, Maria Nitti, Pietro Carmellini, Andrea Fagiolini

Università di Siena e Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, Dipartimento di Salute Mentale e Organi di Senso, Siena

DOI 10.30455/2611-2876-2021-3

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità oltre un miliardo di persone soffre di un disturbo mentale o comportamentale. Si stima che oltre 300 milioni di persone al mondo, ossia il 4,4% della popolazione mondiale, soffrano di depressione. La schizofrenia ha un tasso di prevalenza che varia da 4 a 7 persone ogni 1000 individui, interessando pertanto circa 20 milioni di soggetti. Ne deriva che trattare un così elevato numero di persone, oltre che rappresentare un notevole sforzo economico per l’intero sistema sanitario, rappresenti una sfida per l’intero settore medico, dato l’impatto di tali patologie su diversi settori clinici.

Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato l’esistenza di un’associazione tra la deficienza di vitamina D e la depressione o schizofrenia. La vitamina D è presente nel cervello umano ed è stata identificata come uno dei fattori chiave nella regolazione di numerosi percorsi di neurotrasmissione, inclusi quelli di dopamina, serotonina, noradrenalina e glutammina. Studi recenti hanno dimostrato come il deficit di vitamina D sia associato a disfunzioni dell’ippocampo – regione coinvolta nella patogenesi dei disturbi mentali – e come sia positivamente correlato al volume della sostanza grigia.

Tuttavia, la relazione di causalità tra la vitamina D e i disturbi mentali rimane ancora poco chiara. Sebbene sia evidente il connubio tra una deficienza di vitamina D e i disturbi mentali maggiori, la letteratura in merito non è ancora riuscita a comprendere se la deficienza di vitamina D sia la causa, la conseguenza o il fattore concomitante del disturbo mentale osservato 1.

Lo scopo di questo studio è riassumere le principali evidenze scientifiche riguardanti l’associazione tra il deficit di vitamina D e i disturbi mentali, così da aumentare il livello di conoscenza dei clinici di ogni settore medico e stimolare la produzione scientifica e l’osservazione sperimentale al riguardo. L’identificazione della relazione di causalità consentirebbe infatti di poter comprendere se e in quale misura, la supplementazione di vitamina D possa prevenire l’insorgenza di disturbi mentali o ridurne la sintomatologia.

 

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