N.2 2016 - L'ambiente digitale e le biblioteche

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“Qual è il tuo stile di ricerca?” Un’indagine sul comportamento informativo dei laureandi

Annamaria Alfonsi

Università di Modena e Reggio Emilia; annamaria.alfonsi@unimore.it

Laura Montinaro

Sistema bibliotecario di ateneo, Università di Modena e Reggio Emilia; laura.montinaro@unimore.it

Per tutti i siti web l’ultima consultazione è stata effettuata il 14 ottobre 2016.

Abstract

Conoscere il comportamento informativo degli studenti può consentire alle biblioteche universitarie di progettare corsi di information literacy e servizi bibliotecari in modo più mirato ed efficace. Il progetto qui presentato, realizzato dal Sistema bibliotecario di ateneo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, si propone di conoscere quali risorse bibliografiche e strumenti di ricerca i laureandi dei corsi di laurea di secondo livello e a ciclo unico utilizzano per studiare, come si organizzano per elaborare e valutare il materiale che recuperano e quali difficoltà incontrano, in particolare nell’elaborazione di tesi e tesine. L’indagine “Qual è il tuo stile di ricerca?”, partita nel 2014 con un questionario online a cui ha fatto seguito una seconda fase di interviste, tuttora in corso, è illustrata con attenzione sia alla parte progettuale sia ai principali risultati finora emersi.

Pur con le opportune distinzioni per area disciplinare, gli studenti dichiarano di ricorrere ad appunti, dispense, materiale recuperato online attraverso la ricerca sui motori di ricerca in misura maggiore rispetto a quanto fanno con banche dati e con il catalogo delle biblioteche. Appaiano consapevoli delle difficoltà di valutazione di quanto è recuperabile in Internet, ricorrono poco ai servizi di reference specialistico in biblioteca e la difficoltà maggiore della redazione della tesi è non incorrere nel plagio. Alla luce di questi primi risultati sono apparsi evidenti alcuni margini di miglioramento nella visibilità e fruibilità dei servizi bibliotecari esistenti, con particolare attenzione ai contenuti dei corsi di information literacy.

English abstract

The analysis of students’ information-seeking behaviour can enable academic libraries to plan information literacy courses and library services in a more targeted and effective way. The project presented here was undertaken by the University Library System of the University of Modena and Reggio Emilia and aims at discovering which bibliographic sources and research tools master’s students in their final year use to study, how they evaluate and organize the documents they find and which difficulties they encounter especially with their dissertation. The survey “Qual è il tuo stile di ricerca?”, launched in 2014 with an online questionnaire, was followed by a second round of interviews, which is still ongoing. This article provides details about the project design and the main findings so far. Despite some remarkable differences among disciplines, students reported using mainly lecture notes and handouts to study and turning to search engines to find more sources to a greater extent than library databases and catalogue. They seem aware that evaluating free online resources is rather difficult, they don’t ask librarians for help and are worried about plagiarism when they start writing a dissertation. As shown by these findings, libraries need to improve the visibility and usability of some of their existing services and to tailor the content of information literacy courses to meet students’ needs.

Introduzione

In questo articolo parleremo di un progetto d’indagine del Sistema bibliotecario di ateneo sugli stili di ricerca bibliografica dei laureandi dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore). Un’indagine articolata in due fasi: una quantitativa, ormai conclusa, per la quale si è scelto come tecnica di ricerca un questionario online (che è stato somministrato nel 2014) e una seconda fase qualitativa, tuttora in corso, basata su interviste. “Qual è il tuo stile di ricerca?” è lo slogan scelto per promuovere l’indagine e riassume in sé il senso dell’in­tero progetto: indagare i comportamenti informativi degli studenti laureandi nella loro attività di studio e di ricerca bibliografica, con l’obiettivo, da bibliotecari, di raccogliere dati preziosi per migliorare i servizi delle biblioteche Unimore e soprattutto i corsi di information literacy.

Nella prima parte dell’articolo ci soffermeremo sugli aspetti progettuali, organizzativi e tecnici dell’indagi­ne, il suo back stage in un certo senso, ritenendo che possa essere interessante per tutti i colleghi bibliote­cari che, pur non essendo o non potendo ricorrere a professionisti, sentano l’esigenza di conoscere meglio i loro utenti e vogliano progettare l’indagine nel modo più corretto ed efficace.

Nella seconda parte dell’articolo entreremo invece nel vivo dei contenuti con le risposte dei nostri studenti, presentando i principali risultati emersi dall’analisi del questionario.

Il contesto: l’information literacy e il progetto SBA IL in progress

Il contesto in cui è nato questo progetto di indagine è quello, come si accennava prima, dell’information literacy.

Il Sistema bibliotecario di ateneo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con le sue sette biblioteche universitarie, promuove dal 2006 varie iniziative di in­formation literacy attraverso l’organizzazione, a cura di ciascuna biblioteca, di percorsi formativi destinati a studenti e dottorandi. A tali corsi, svolti in presen­za o in modalità blended, sono attribuiti anche crediti formativi universitari (CFU) da diversi dipartimenti. Nel gruppo di bibliotecari che si occupano di formazione utenti è nata nel corso del 2012 l’esigenza di appro­fondire le tematiche relative all’apprendimento e alla didattica, con particolare riferimento ai processi di in­formazione e documentazione in ambito universitario. Causa di questa esigenza di approfondimento e in­sieme occasione per attuarlo è stata da un lato la riflessione comune del gruppo di lavoro sul volume Information literacy in biblioteca di Laura Ballestra, dall’altro la partecipazione a IFLA 2012: il Sistema bibliotecario, rispondendo nella primavera 2012 alla call for paper, ha ottenuto una borsa di studio per partecipare con un poster al Satellite meeting IFLA di Tampere dedicato all’information literacy.

La visione dell’information literacy testimoniata dal lavoro di Laura Ballestra, assolutamente innovativa nel panora­ma italiano, e la prospettiva internazionale del meeting di Tampere ci hanno fornito molti spunti per ripensare i no­stri corsi. Viene inaugurato quindi a fine 2012 un nuovo progetto SBA Information literacy in progress che coin­volge una ventina di bibliotecari e che si articola in nume­rose azioni e in più gruppi di lavoro: tra questi il gruppo “Mappatura utenti” si assume l’incarico di rispondere all’esigenza comune di conoscere meglio coloro a cui i corsi si rivolgono, gli studenti. Il suggerimento ci viene proprio da Tampere: tra le tante esperienze interessanti presentate in quell’occasione ci colpisce un progetto di indagine sul rapporto tra dottorandi e biblioteche acca­demiche svolto da alcune biblioteche universitarie nor­deuropee, che prevedeva anche una fase di analisi dei comportamenti informativi dei dottorandi.

Indagare i comportamenti informativi dei nostri studenti nelle fasi di studio e di tesi diventa per noi un presup­posto fondamentale per migliorare i corsi di information literacy.

Il gruppo di lavoro “Mappatura utenti” e le prime scelte operative

Il gruppo di lavoro si costituisce all’inizio del 2013 e nei mesi successivi viene discusso e messo a pun­to ogni aspetto dell’indagine che, come accennato, è culminata nel giugno 2014 con il lancio del questio­nario, a cui ha fatto seguito il periodo di elaborazione e analisi dei risultati (2014-2015), affiancato dall’avvio della fase qualitativa con le interviste (2015).

Per prima cosa il gruppo di lavoro ha affrontato, oltre alla rassegna della letteratura, alcune scelte necessa­rie per circoscrivere l’indagine: la definizione del target e delle tecniche di ricerca, la scelta delle modalità di somministrazione e soprattutto la messa a fuoco delle tematiche da indagare.

Per quanto riguarda l’analisi di esperienze simili, pur partendo dall’indagine norvegese a cui si è accennato, ne sono state prese in considerazione altre, di­verse tra loro per obiettivi, target, ambiti di indagine, metodo di ricerca e tecniche utilizzate.

L’analisi e la discussione di queste esperienze ci ha permesso di mettere a fuoco con maggiore consape­volezza metodo, destinatari e tematiche della nostra indagine, decidendo di realizzare prima un questiona­rio online, poi delle interviste in presenza e, dal mo­mento che la ragione dell’indagine era l’information li­teracy, di circoscrivere il target ai laureandi, a cui sono rivolti la maggior parte dei corsi delle biblioteche Uni­more: in particolare gli studenti iscritti all’ultimo anno dei corsi di laurea magistrale, specialistica e a ciclo unico.

Per quanto riguarda le tematiche l’indagine, ci si è po­sti l’obiettivo di comprendere quali risorse i laureandi utilizzano per motivi di studio, sia risorse tradizionali come libri, riviste, dispense o appunti, sia altra docu­mentazione recuperata online; a quali strumenti ricor­rono, distinguendo tra cataloghi, banche dati, motori di ricerca ecc.; in che modo valutano le risorse recu­perate, sia cartacee sia online, e a quali figure fanno riferimento per la valutazione; come procedono una volta recuperata la documentazione per produrre a loro volta un elaborato e quali difficoltà incontrano in tutte le fasi del processo di ricerca e di scrittura, con parti­colare attenzione a quegli aspetti che come bibliotecari possiamo approfondire nei corsi di information literacy; infine quanto gli studenti usano alcuni strumenti infor­matici e del web 2.0 (app, social network, feed rss ecc.) come aiuto nello studio.

La piattaforma Moodle/Dolly e l’attività di feedback

Come strumento per realizzare e somministrare il que­stionario si è deciso di utilizzare la piattaforma Moodle, Dolly (Didattica OnLine) all’Unimore.

Moodle, come è noto, è un learning management system, una piattaforma open source per la didat­tica online, ampiamente utilizzata anche negli atenei italiani. Dal 2011 il Sistema bibliotecario di ateneo si è dotato di un portale Dolly utilizzato prevalentemen­te come spazio virtuale di deposito, comunicazione e condivisione rivolto agli studenti dei corsi. Ne sono inoltre state sperimentate le potenzialità al di fuori del contesto didattico: è il caso dell’attività database (uti­lizzata per la knowledge base del servizio di consu­lenza online Chiedi al bibliotecario) e del feedback, scelto appunto per il nostro questionario.

Dolly ci è sembrato una buona soluzione perché era già abbastanza famigliare a noi bibliotecari, ma so­prattutto agli studenti, e potevamo inoltre contare sul supporto tecnico del Centro e-Learning di ateneo (CeA), che gestisce i portali Dolly delle strutture univer­sitarie e che è stato prezioso in fase di progettazione. Dolly ci permetteva inoltre di filtrare ex ante l’accesso al questionario, riservandolo solo agli utenti con cre­denziali Unimore, e di controllare ex post l’effettiva appartenenza dei partecipanti al target laureandi.

Abbiamo quindi scelto e sperimentato l’attività feedback di Moodle, che avevamo già utilizzato per i questionari di gradimento dei corsi di information literacy (IL). Abbiamo preferito l’impostazione della privacy “Il nome del partecipante verrà registrato e vi­sualizzato nelle risposte”, da un lato perché l’impo­stazione “Anonimo” non impediva compilazioni multiple, dall’altro per avere un controllo, come si diceva, sull’effettiva appartenenza dei partecipanti al target scelto, pur rassicurando gli studenti nel regolamento sul “trattamento in forma anonima dei dati inviati”.

La struttura del questionario

Il questionario era diviso in tre parti: una prima parte con le domande sull’oggetto dell’indagine, una secon­da parte in forma di quiz e un’ultima parte anagrafica. Le risposte erano a compilazione obbligatoria.

La prima parte era composta da otto domande con 63 opzioni totali, a ciascuna delle quali era necessario rispondere scegliendo da una scala a quattro valori. Andava a indagare le tematiche oggetto dell’indagine: quali risorse e quali strumenti usano i laureandi men­tre studiano e preparano la tesi, a chi chiedono aiuto e soprattutto che difficoltà incontrano. Nella maggior parte delle domande (7 domande su 8) veniva richie­sta una frequenza, cioè di indicare quanto spesso si ricorre a certi strumenti o ci si trova in determinate si­tuazioni; solo in un caso (domanda 7) veniva richiesto di indicare un grado di difficoltà.

La seconda parte del sondaggio intitolata “Mettiti alla prova!” era costituita da tre domande a quiz, sempre a risposta chiusa, che ci sono servite per verificare, al di là di quanto dichiarato dagli studenti, alcune compe­tenze informative base per degli studenti universitari: riconoscere la citazione di un articolo, sapere come vengono ordinati i risultati di una ricerca in Google, sapere quando e come citare.

La terza e ultima parte era quella più puramente ana­grafica in cui venivano chiesti l’età, il genere, il diparti­mento e corso di laurea di appartenenza ecc. e alcune domande che si sono rivelate molto utili in fase di analisi per filtrare i dati delle risposte della prima parte: l’avere o meno frequentato corsi di information literacy e l’avere o meno già iniziato le ricerche bibliografiche per la tesi. Abbiamo formulato le domande cercando di renderle il più possibile chiare e comprensibili per i nostri studen­ti, per questo motivo abbiamo effettuato alcuni user test sugli studenti collaboratori “150 ore”: i loro suggerimenti ci hanno portato ad optare per alcuni termini e semplificazioni in parte opinabili, ma finalizzate a ren­dere il testo e la sua articolazione a nostro avviso più comprensibile e immediata per gli studenti.

Qual è il tuo stile di ricerca? La promozione

Il questionario nella sua elaborazione definitiva risul­tava piuttosto corposo: dai test effettuati il tempo di compilazione risultava essere di almeno 20 minuti. Per questo motivo ci è parso subito evidente che l’unica chance che avevamo per riuscire ad avere un buon numero di questionari compilati – e quindi un cam­pione significativo – era, da un lato, curare in ogni dettaglio la promozione e dall’altro, anche sulla scorta dell’esperienza dell’indagine nordamericana, di met­tere in palio dei premi.

Per quanto riguarda la promozione, abbiamo scelto lo slogan “Qual è il tuo stile di ricerca?” accostandolo a un logo che giocava sul doppio senso della parola stile e a una locandina dai colori vivaci e ben riconoscibile, entrambi realizzati con l’aiuto di un grafico Unimore (Figg. 1-2). Locandine e volantini sono stati affissi e distribuiti in biblioteche e dipartimenti.

Nel frattempo abbiamo creato una pagina informativa sul sito dello SBA, accessibile senza autenticazione, che conteneva la presentazione del sondaggio, una sin­tesi del regolamento e il link al questionario su Dolly. Un account di posta elettronica ufficiale creato ad hoc - qualeiltuostilediricerca@unimore.it - ha consentito di comunicare ai potenziali partecipanti l’avvio dell’in­dagine e di inviare promemoria periodici. Una mossa vincente è sta­ta quella di ri­chiedere che la news con il link al questionario fosse inserita in Esse3, la se­greteria virtuale utilizzata abitual­mente dagli stu­denti per iscri­versi agli esami e per qualunque altra procedura amministrativa. Abbiamo poi chiesto ai colle­ghi delle bibliote­che Unimore la collaborazione per pubblicizzare il questionario sui rispettivi siti web e social network.

Per quanto riguarda i premi sono stati messi in palio, come si può vedere dalla locandina, un buono in un negozio sportivo, un e-reader Kobo Glo e, come terzo premio, sette buoni fotocopie, uno per ciascuna bi­blioteca universitaria.

“Qual è il tuo stile di ricerca?” è stato lanciato ufficial­mente il 1 giugno 2014 ed è rimasto aperto un mese, fino al 30 giugno. Poco dopo, il 15 luglio, sono stati estratti i vincitori.

Vediamo ora quale effetto ha avuto, in termini di par­tecipazione, la campagna promozionale e gli elementi più interessanti emersi finora dall’indagine.

Figura 1 Il logo “Qual è il tuo stile… di ricerca?”
Figura 2 La locandina

I principali risultati dell’indagine

L’invito a compilare il questionario è stato inviato ai 2.858 studenti iscritti all’ultimo anno dei corsi di lau­rea specialistica, magistrale e a ciclo unico, di questi 433 studenti hanno portato a termine la compilazione. Il campione, creato per autoselezione, rappresenta quindi il 15% dei potenziali partecipanti. Tale tasso di risposta, seppur numericamente contenuto, è stato per noi un ottimo risultato ed è inoltre in linea con quelli raggiunti da altre indagini simili, per questo motivo è stato considerato accettabile al fine di trarre alcune indicazioni valide e nuovi spunti da approfondire in una fase successiva di indagine.

La struttura del campione è stata analizzata sulla base dell’afferenza per dipartimento. Sia afferenza sia anno di iscrizione di ciascuno dei rispondenti sono stati ve­rificati prima dell’estrazione dei premi così da garantire l’effettiva corrispondenza al target dell’iniziativa. En­trambi i dati sono quindi da considerare veritieri.

Il tasso di risposta a livello di singolo dipartimento mostra valori molto diversi: agli estremi ci sono i di­partimenti di Educazione e scienze umane con una percentuale del 28,1% e di Giurisprudenza dove il nu­mero di risposte è stato molto basso (5,2%).

L’analisi che segue è una rassegna dei principali risul­tati emersi dalla prima parte del sondaggio, corredati da osservazioni e ipotesi che intendiamo verificare nel­la successiva fase qualitativa dell’indagine. I risultati sono presentati in forma aggregata, indicando le per­centuali a livello di ateneo. In alcuni casi ritenuti più significativi sono indicate le percentuali a livello di area disciplinare, considerando cioè le risposte fornite dai partecipanti afferenti a ciascun dipartimento.

Sono state prese in considerazione:

  • la somma delle risposte “sempre” e “spesso” rispet­to alla totalità delle risposte date per determinare la frequenza d’uso di materiali, strumenti, criteri di va­lutazione e fasi della ricerca bibliografica (nell’ordine domande 1-2, 4-6, 8);
  • il totale delle risposte “molto difficile” per valutare quali difficoltà ricorrono maggiormente nella stesura di una tesi/tesina (domanda 7).

Qui di seguito le risposte e le opinioni manifestate da­gli intervistati sulle principali questioni.

Tab. 1: Tasso di risposta per dipartimento

Afferenza

Popolazione

Campione

Tasso di risposta

Educazione e Scienze umane

64

18

28,13%

Scienze fisiche, informatiche e matematiche

34

9

26,47%

Scienze e metodi dell’Ingegneria (RE)

103

23

22,33%

Scienze chimiche e geologiche

32

7

21,88%

Comunicazione ed Economia (RE)

351

75

21,37%

Studi linguistici e culturali

238

47

19,75%

Economia “Marco Biagi” (MO)

406

67

16,50%

Ingegneria “Enzo Ferrari” (MO)

467

74

15,85%

Scienze della Vita

476

59

12,39%

Area della salute

269

32

11,90%

Giurisprudenza

418

22

5,26%

Unimore

2858

433

15,15%

Appunti e dispense sono le risorse più usate

Scopo della domanda era indagare quali risorse utiliz­zano gli studenti e le tipologie indicate includevano sia materiale tradizionale come appunti, dispense, libri e riviste, sia materiale recuperato liberamente online e documentazione fornita da aziende o enti nel corso del tirocinio. La voce “materiale liberamente accessi­bile online” è stata pensata per includere tutti i do­cumenti recuperabili online che non rientrano in una delle precedenti tipologie, escludendo ad esempio gli articoli scientifici scaricabili da Internet. Rimane il dub­bio, che solo una successiva fase di approfondimento può chiarire, se gli studenti riescano a individuare con chiarezza a quale tipologia documentaria appartiene ciò che scaricano dalla rete e soprattutto se si tratta di materiale effettivamente disponibile liberamente online e non invece di pubblicazioni accessibili soltanto per­ché si è all’interno della rete di ateneo.

Nelle risposte gli studenti Unimore dichiarano di uti­lizzare soprattutto appunti delle lezioni, dispense e materiale liberamente accessibile online. I primi due dati sembrano dimostrare come sia fondamentale fre­quentare le lezioni e comunque seguire l’impostazione scelta dai docenti anche attraverso il materiale da loro fornito appositamente. Per quanto riguarda il materiale liberamente accessibile online è possibile che anche in questo caso si tratti comunque di dispense o di altra documentazione di supporto a corsi universitari scari­cabile da Internet.

I libri presi in prestito in biblioteca sono utilizzati da poco meno del 50% dei rispondenti, mentre solo il 46% di­chiara di usare sempre o spesso i libri propri o presi in prestito da amici. Se interpretiamo questo dato som­mando le due percentuali, è possibile dedurre che gli studenti continuino a considerare i libri come una risor­sa fondamentale per lo studio e ricorrano al prestito in biblioteca o da amici piuttosto che all’acquisto a secon­da dei casi. Analizzando il dato a livello di dipartimento, come è prevedibile, l’indicazione che si deduce è che sono soprattutto le aree umanistiche e delle scienze sociali a utilizzare libri in misura superiore alla media: per Educazione e Scienze umane il ricorso al prestito in biblioteca arriva al 88,8% mentre per Studi linguistici e culturali al 78,2%. Nei dipartimenti scientifici, al con­trario, le percentuali d’uso dei libri sono più contenu­te, unica eccezione è costituita dagli studenti dell’area della salute, dove il ricorso a libri acquistati o di amici è indicato dal 71,8% dei partecipanti.

Il dato sull’utilizzo di riviste a stampa o elettroniche è invece piuttosto basso a livello generale e riemerge il dubbio che gli studenti non identifichino con precisio­ne questa tipologia di pubblicazione, soprattutto se in formato elettronico. Se però si considerano le risposte date da chi è già alla ricerca del materiale per la tesi, la percentuale d’uso arriva al 51% contro il 30% di chi non ha ancora iniziato. È ipotizzabile allora che questa tipologia documentaria particolarmente specialistica sia utilizzata soprattutto per ricerche molto mirate, come appunto quelle necessarie per la redazione di tesi, occupando al contrario un ruolo molto marginale nella preparazione dei singoli esami.

Un’ultima osservazione riguarda il dato, riteniamo non basso, sulla documentazione fornita da enti o aziende in cui viene svolto il tirocinio. La percentuale cambia a seconda delle aree disciplinari, gli afferenti ad aree scientifiche, tecnologiche e biomediche dichiarano di usarla in generale di più, soprattutto se sono già in fase di ricerca di materiale per la tesi. Evidentemente la do­cumentazione fornita al di fuori dei canali tradizionali, la cosiddetta letteratura grigia, attinente ad ambiti di ricerca più ristretti e altamente specialistici, anche per il livello di aggiornamento, corrisponde maggiormente alle esigenze di approfondimento degli studenti in tesi.

Figura 3 Domanda 1. Per motivi di studio (esami, tesi, tesine) quanto spesso usi i seguenti materiali? Spesso + Sempre
Figura 4 Utilizzo di riviste scientifiche a stampa o elettroniche: confronto tra chi ha già iniziato a cercare materiale per la tesi e chi no

I motori di ricerca non hanno rivali

La seconda domanda intendeva individuare quali sono gli strumenti di ricerca maggiormente usati per recuperare il materiale per motivi di studio.

Comprensibilmente primeggiano i motori di ricerca, seguiti da Wikipedia.

L’uso del catalogo online della biblioteca si ferma al 52,4%, dato leggermente superiore a quello indicato per il prestito dei libri. Nelle aree scientifiche e tecnolo­giche tale percentuale d’uso è inferiore, in stretta ana­logia con il minore ricorso al prestito dei libri.

Enciclopedie e dizionari sono usati soprattutto a Giuri­sprudenza ed Educazione e Scienze umane e com­prensibilmente nel Dipartimento di Studi linguistici e culturali (80,9%), dove per gli iscritti a corsi di laurea in lingue la percentuale supera il 90%.

Un discorso particolare merita il dato sull’utilizzo delle banche dati a livello Unimore. La media decisamente bassa accomuna tutti i dipartimenti sia tecnico-scien­tifici sia umanistici e delle scienze sociali.

Comprensibilmente l’uso delle banche dati è indicato in misura maggiore da chi è già in fase di ricerca del materiale per la tesi rispetto a chi non lo è, come si vede nel grafico alla pagina precedente.

Rimane tuttavia il dubbio che l’individuazione e il re­cupero degli articoli avvenga più attraverso i motori di ricerca all’interno della rete di ateneo che non attraver­so questi strumenti dedicati. La quantità di materiale recuperato online è talmente cospicua che probabil­mente gli studenti non sentono la necessità di ricorrere a sistemi di ricerca più sofisticati, il cui uso richiede una certa formazione, o forse, più semplicemente, ignorano la possibilità di effettuare ricerche più mirate e efficaci.

Figura 5 Domanda 2. Per motivi di studio (esami, tesi, tesine) quanto spesso usi i seguenti strumenti? Spesso + Sempre
Figura 6 Utilizzo di banche dati dell’Università: confronto tra chi ha già iniziato a cercare materiale per la tesi e chi no

Gli studenti sembrano molto più attenti nel valutare una pagina web rispetto a un libro o a un articolo

Confrontando le risposte alle domande 3 e 4 l’impres­sione è che gli studenti valutino attentamente quanto recuperato in Internet e, al contrario, siano meno critici nel giudicare l’utilità e la pertinenza di un libro o di un articolo per i loro studi. Le opzioni sulle quali doveva­no esprimersi includevano criteri in parte applicabili sia a libri/articoli sia a pagine web e quindi direttamente confrontabili tra loro, ma anche due criteri propri del mondo digitale (l’URL e l’ipertestualità).

La valutazione di un libro o di un articolo è effettuata sulla base di: data di pubblicazione, autore, l’essere citato da altre fonti, la presenza di una bibliografia e in ultima battuta l’editore.

A livello di ateneo l’autore è considerato dal 67,2% dei rispondenti, con punte per i dipartimenti di Educa­zione e Scienze umane e Studi linguistici e culturali.

È probabile che l’alta percentuale di utilizzo di libri da parte di questi studenti, forse anche al di là di quanto indicato dai docenti nei programmi d’esame, comporti la necessità di valutarne autonomamente la pertinenza e l’autorevolezza e l’autore è sicuramente un criterio preponderante.

Sempre gli studenti di questi due dipartimenti così come quello di Giurisprudenza sembrano anche tenere in gran­de considerazione il fatto che una pubblicazione sia ci­tata da fonti autorevoli. Ciò fa dedurre che la ricerca e l’individuazione di documenti utili e pertinenti passi abi­tualmente attraverso la consultazione delle bibliografie. Se l’editore è sicuramente l’elemento meno utilizza­to per la valutazione di libri e articoli, quello che può essere un criterio analogo per le pagine web, ovvero lo scopo del sito, è in assoluto l’aspetto che più fre­quentemente gli studenti Unimore sembrano conside­rare quando devono decidere se una pagina web può essere utile per un esame o la tesi (83,3%). Perlomeno gli iscritti all’ultimo anno sono ormai consapevoli dei problemi di autorevolezza e obiettività di quanto re­cuperato in rete, mentre probabilmente pubblicazioni quali libri e riviste non richiedono questa attenzione, avendo già subito una duplice selezione da parte dell’editore prima e della biblioteca poi.

L’aggiornamento della pagina è un altro elemento va­lutato sostanzialmente da tutti (79,4%) mentre identità dell’autore e la presenza di link pertinenti e aggiornati, così come l’inclusione di una bibliografia e le citazioni ricevute da fonti autorevoli sono considerati soprat­tutto da studenti di Educazione e Scienze umane e Studi linguistici e culturali, con percentuali che vanno dal 100% al 72%.

Figura 7 Domande 3 e 4. Quando trovi un libro, un articolo oppure una pagina web e devi decidere se ti può essere utile per un esame o per la tesi, prendi in considerazione i seguenti aspetti? Spesso + sempre

Bibliotecari (quasi) ultima spiaggia

I bibliotecari sono, purtroppo, quasi l’ultima spiaggia, quando si tratta di chiedere aiuto per valutare l’autore­volezza delle risorse per lo studio: gli studenti dichia­rano di valutare i materiali in autonomia o al massimo con l’aiuto dei colleghi. Sono soprattutto gli studenti che afferiscono all’area umanistica (Dipartimento di Studi linguistici e culturali) e pedagogica (Educazione e Scienze umane) che fanno riferimento ai bibliotecari spesso o molto spesso, con una percentuale che sfio­ra il 30%.

Figura 8 Domanda 5. A chi chiedi aiuto per valutare i libri/articoli/siti web che hai trovato? Spesso + sempre

Alle prese con la tesi: studenti organizzati e servizi ILL e DD piuttosto conosciuti

Nel momento in cui si accingono a redigere un testo scritto, i laureandi hanno in genere delle buone abitu­dini, acquisite forse già alle scuole superiori: elaborano uno schema di lavoro prima di iniziare e tengono trac­cia di tutto quello che trovano e leggono. Il 100% de­gli studenti di Giurisprudenza in particolare dichiara di non prescindere mai da questa prassi di lavoro: in ge­nerale gli studenti delle lauree umanistiche sembrano più “organizzati” o comunque sembrano avvertire la necessità sia di gestire efficacemente la documenta­zione recuperata sia di pianificare la scrittura, in misura maggiore rispetto ai colleghi delle lauree scientifiche e tecniche.

Nel processo di focalizzazione o contestualizzazione del quesito di ricerca, prevale la situazione in cui agli studenti viene assegnato un argomento molto gene­rale che dopo una prima fase di ricerca bibliografica deve essere focalizzato sotto un aspetto particolare (64,9%). Leggermente meno frequente (44,8%) invece il caso di studenti alle prese con argomenti molto spe­cifici, che devono essere contestualizzati in una cor­nice più ampia. Gli studenti a cui più frequentemente vengono posti argomenti molto vasti all’inizio della tesi sono delle aree umanistiche e sociali, mentre sono soprattutto gli studenti dell’area della salute a partire da argomenti molto specifici da inquadrare eventual­mente in un contesto più ampio (56,3%).

Rispetto a quanto spingersi nella ricerca del materiale, un numero considerevole di studenti dichiara di limi­tarsi a ricercare e leggere solo libri e articoli consigliati loro dai docenti e quindi di non impostare, neanche in caso di tesi, una vera e propria ricerca bibliografica in autonomia. Forse è anche per questo che sono in pochi a dichiarare di trovarsi in difficoltà nell’individuare le parole chiave più efficaci per le ricerche bibliogra­fiche, suggestionati presumibilmente dall’impressione di assoluta semplicità d’uso di Google come punto di partenza anche per la ricerca documentale.

Nel contesto della redazione di una tesi/tesina il ruo­lo del bibliotecario è stato nuovamente analizzato con riferimento ai servizi di consulenza e di recupero dei documenti. Come visto anche per la domanda 5, è piuttosto bassa la percentuale di studenti che ricorro­no frequentemente ai bibliotecari per un aiuto nell’impostare la strategia di ricerca, dimostrando quindi o di non conoscere i servizi di consulenza specialistica delle biblioteche, o semplicemente di non averne bi­sogno. Al contrario emerge una buona conoscenza e utilizzo dei servizi di recupero documenti: prestito interbibliotecario (ILL) e document delivery (DD), ormai consolidati e apprezzati da tutti gli utenti.

Figura 9 Domanda 6. Quando devi preparare una tesi/tesina ti capita di trovarti nelle seguenti situazioni? Spesso + sempre

Il rischio di plagio spaventa tutti, ma anche scrivere e argomentare non è facile

La difficoltà maggiore per tutti è rappresentata dal ti­more del plagio, ma forse questo dato nasconde più che altro una scarsa consapevolezza di cosa sia il pla­gio, dal momento che il modo migliore per evitarlo, cioè citare correttamente, sembra invece preoccupare molto meno i nostri laureandi (14,09%).

Sembra comunque che, più in generale, tutti gli aspetti della produzione del testo scritto siano percepiti come particolarmente ostici: scrivere con chiarezza e argo­mentare efficacemente (28,64%), integrare nel testo il contenuto di libri e articoli diversi (24,25%), scrivere l’abstract della tesi (18,48%).

Analizzando a livello di dipartimento le fasi che gli stu­denti indicano come molto difficili e che riteniamo es­sere le più significative per lo sviluppo dei servizi di consulenza e dei corsi di information literacy, emergo­no alcune peculiarità. Sono soprattutto gli studenti di Giurisprudenza, perlomeno quelli che hanno risposto al sondaggio, a dichiararsi molto in difficoltà in varie fasi del processo: scrivere in modo chiaro e argomen­tare efficacemente (54,55%), capire se l’uso che fanno di una fonte costituisce plagio (40,91%), pianificare le fasi del lavoro (36,36%), trovare articoli rilevanti nelle banche dati Unimore (36,36%) e trovare libri pertinenti nel catalogo della biblioteca (27,27%). Gli studenti di Educazione e Scienze umane fanno soprattutto fatica a mettere a fuoco l’argomento della tesi (38,89%). Gli studenti di Scienze della vita sono in difficoltà sia nell’e- vitare il plagio sia nello stabilire se un sito web è affida­bile (35,59%). I rispondenti dell’area della salute trovano molto difficili attività come integrare le varie fonti evitan­do il plagio e argomentare le loro affermazioni, ma an­che citare una fonte nella forma corretta, la percentuale di quest’ultimo dato è nettamente maggiore rispetto alla media dell’ateneo (34,38% contro il 14% Unimore). Abbiamo provato a leggere i dati sulle difficoltà dichia­rate dagli studenti confrontando le risposte di coloro che sono già alla ricerca di materiale per la tesi e han­no frequentato un corso sulla ricerca bibliografica con chi non l’ha frequentato.

L’incrocio dei dati sembra indicare che chi ha frequen­tato un corso incontra meno difficoltà nello svolgere alcune attività, come la ricerca nelle banche dati, la valutazione dell’affidabilità di un sito web e la corretta identificazione del rischio di plagio.

Figura 10 Domanda 7. Quando prepari una tesina/tesi quanto trovi difficili le seguenti fasi? Molto difficile

App e strumenti web 2.0? Poco usati per lo studio

Sorprendentemente l’utilizzo di app e strumenti del web 2.0 (blog, social network, app per smartphone, Skype) per motivi di studio, ma anche di programmi per la formattazione delle bibliografie, non è così mar­cato come ci si potrebbe aspettare da studenti nati in gran parte intorno al 1990. Unica eccezione sono i programmi per la condivisione dei documenti come Google Docs, Dropbox ecc. usati da quasi il 60% dei rispondenti, soprattutto afferenti ad aree scientifiche: medicina, ingegneria, chimica e matematica.

Figura 11 Domanda 8. Usi questi strumenti per motivi di studio? Sempre + Spesso

Conclusioni

L’analisi dei dati ha fornito indicazioni molto precise su risorse, strumenti e comportamenti maggiormente ricorrenti nel processo di ricerca e di uso delle infor­mazioni da parte degli studenti. Alla luce di questi ri­sultati sono apparse evidenti alcune esigenze di miglio­ramento: aumentare la visibilità e la fruibilità dei servizi di reference specialistico, diversificare l’offerta di corsi sulla ricerca bibliografica, anche implementando modu­li in modalità FAD (formazione a distanza) sulla stessa piattaforma Dolly, rendere ricercabile il posseduto del­le biblioteche attraverso i motori di ricerca, pensare a un’interfaccia di accesso alle risorse elettroniche più amichevole e comprensibile.

Allo stesso tempo è nata anche l’esigenza di verificare alcune risposte e di indagare sul perché di alcuni com­portamenti. Perché i libri delle biblioteche sono usati in modo tutto sommato limitato? Non sono acquistati volumi aggiornati, non sono ammessi al prestito, sono spesso fuori posto? Forse non vengono individuati in fase di ricerca a catalogo? L’interfaccia del catalogo agevola una ricerca efficace? L’indicizzazione semanti­ca dei documenti catalogati consente effettivamente di individuare le pubblicazioni più pertinenti? Perché ban­che dati e riviste sono utilizzate meno di quanto si pen­si? Come pubblicizzarne le potenzialità? Il basso utilizzo dei servizi di reference e la scarsa fiducia nelle compe­tenze dei bibliotecari derivano dalla poca valorizzazio­ne della professionalità di chi è al front office o dalla insufficiente promozione dell’immagine della biblioteca e della molteplicità dei suoi servizi? Nel processo di ela­borazione di una tesi le criticità dichiarate dagli studenti possono in qualche modo essere affrontate approfon­dendo alcuni aspetti dei corsi di information literacy? Queste sono alcune delle domande che ci siamo posti e in parte stiamo rivolgendo agli studenti nella seconda fase del progetto, che prevede una serie di interviste semi-strutturate a laureandi/laureati afferenti ai diversi dipartimenti. Gli intervistati ci stanno conducendo nel loro percorso di ricerca, indicandoci le motivazioni che li guidano e le difficoltà che incontrano e dandoci la loro opinione su cosa la loro biblioteca di riferimento potreb­be fare per facilitare il percorso formativo, confermando e chiarendo spesso alcuni risultati del sondaggio.

Crediamo che rilevare i bisogni espressi e indagare tra quelli che emergono dai loro racconti consentirà di de­finire una sorta di road map per permettere alle nostre biblioteche universitarie di tenere il passo con le stra­tegie di ricerca dell’informazione adottate dalle nuove generazioni di studenti, senza però rinunciare al loro ruolo istituzionale, ovvero fornire risorse autorevoli e strumenti di ricerca efficaci per la didattica e la ricerca universitaria.

Prospetto 1: LE DOMANDE DEL QUESTIONARIO

QUAL È IL TUO STILE DI RICERCA?

PRIMA PARTE

1. Per motivi di studio (esami, tesi, tesine) quanto spesso usi i seguenti materiali? Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai

Dispense del docente

Appunti delle lezioni

Libri presi in prestito in biblioteca

Libri tuoi o di amici

Riviste scientifiche a stampa o elettroniche

Documentazione fornita da enti/aziende dove svolgi il tirocinio

Altro materiale liberamente accessibile online

2. Per motivi di studio (esami, tesi, tesine) quanto spesso usi i seguenti strumenti? Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai

Catalogo online della biblioteca (BiblioMo, Sebina)

Banche dati dell’Università (Scifinder, DoGi, IEEE, EconLit, UpToDate, ecc.)

Dolly

Enciclopedie e dizionari

Wikipedia

Siti web con riassunti e appunti (Docsity, Tesi online, Studenti.it)

Forum tematici online

Lezioni accademiche online

Motori di ricerca (Google, Yahoo, ecc.)

3. Quando trovi un libro o un articolo e devi decidere se ti può essere utile per un esame o per la tesi, prendi in considerazione i seguenti aspetti?

Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai

Chi è l’autore (un docente, un esperto del settore, ecc.)

La data di pubblicazione

Chi è l’editore (specializzato, generalista, accademico, ecc.)

La presenza di una bibliografia

Se il libro o l’articolo sono citati da altre fonti autorevoli

4. Quando navigando in Internet trovi delle pagine web e devi decidere se ti possono essere utili per un esame o per la tesi, prendi in considerazione i seguenti aspetti?

Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai

Chi è l’autore (un ente di ricerca, un esperto, una ditta, un’associazione, ecc.) L’aggiornamento della pagina

L’URL

Lo scopo del sito (commerciale, accademico, divulgativo, ecc.)

La presenza di link pertinenti/ funzionanti/aggiornati

Se il sito è citato da altre fonti autorevoli

La presenza di riferimenti bibliografici

5. A chi chiedi aiuto per valutare i libri/articoli/ siti web che hai trovato?

Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai

Docenti/tutor

Compagni di corso/amici

Familiari

Esperti/professionisti

Bibliotecari

A nessuno, faccio da solo

 

6. Quando devi preparare una tesi/tesina ti capita di trovarti nelle seguenti situazioni?

Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai

Il docente mi assegna un argomento molto generale e devo mettere a fuoco un aspetto particolare

Ho un argomento molto specifico e devo inquadrarlo in un contesto più generale

Prima di iniziare elaboro uno schema di lavoro su come procedere

Trovo delle difficoltà ad identificare le parole chiave più adatte per cercare libri e articoli

Chiedo aiuto ai bibliotecari per impostare la strategia di ricerca più efficace

Una volta che ho trovato i libri/articoli che il docente mi ha consigliato di leggere interrompo la ricerca e incomincio a scrivere

Tengo traccia di tutto quello che trovo e che leggo

Uso i servizi di prestito interbibliotecario / fornitura di articoli se la biblioteca non possiede i libri/articoli di cui ho bisogno

7. Quando prepari una tesina/tesi quanto trovi difficili le seguenti fasi?

Risposte: Molto difficile, Poco difficile, Facile, Mai capitato

Mettere a fuoco l’argomento

Pianificare le fasi del mio lavoro (ricerca, scrittura, scadenze, ecc.)

Trovare libri pertinenti nel catalogo della biblioteca

Trovare articoli rilevanti nelle banche dati dell’Università

Stabilire se un sito web è affidabile

Sintetizzare il contenuto dei testi che ho trovato

Integrare il contenuto di libri e articoli diversi nel mio elaborato

Scrivere in modo chiaro e argomentare le mie idee efficacemente Citare una fonte nella forma corretta

Capire quando l’uso che faccio di una fonte costituisce plagio Usare LateX

Scrivere l’abstract della mia tesi

8. Usi questi strumenti per motivi di studio? Risposte: Sempre, Spesso, Raramente, Mai

Programmi per la formattazione/gestione automatica delle citazioni bibliografiche (Zotero, EndNote, ecc.)

Programmi per la condivisione di documenti (Google Docs, Dropbox, ecc.)

Servizi di alerting oppure aggregatori di feed rss

Sistemi per salvare e organizzare online siti web e pagine “preferiti” (Delicious, Evernote, ecc.)

Videoconferenze online (Skype, Dolly, ecc.)

Programmi per la gestione online di un calendario o di liste di cose da fare (Google

Calendar, Evernote, ecc.)

App per smartphone o tablet, purché per motivi di studio

Blog e social network (es. Facebook e Twitter), purché per motivi di studio

Post-it digitali o sistemi per evidenziare i testi sullo schermo di un pc/tablet/e-reader

SECONDA PARTE: Hai un minuto? Mettiti alla prova!

9. Indica a cosa si riferisce questa citazione: Di Giovanni, Elena. (2008). “Translations and transrepresentations of Italy in Chinese Press” Meta 53(1), 26-43

Articolo di rivista

Libro

Capitolo di un libro

Altro

10. Fatta una ricerca in Google, in che modo vengono visualizzati i risultati della ricerca?

In base a un algoritmo

A seconda della data di uscita dell’informazione (dalla più recente)

Per importanza

Non so

11. Hai letto un articolo di rivista che hai trovato gratis online e che è utile per scrivere la tua tesi. Come lo citi nella bibliografia finale della tua tesi?

Non lo cito perché è gratis e liberamente accessibile in rete

Cito, utilizzando tutti i riferimenti dell’articolo (autori, titolo articolo, titolo rivista, volume, fascicolo, ecc.)

Verifico i termini di uso nel sito in cui ho trovato il documento e mi comporto secondo queste indicazioni

Contatto l’autore del testo e chiedo esplicitamente a lui l’autorizzazione all’utilizzo del documento

TERZA PARTE: Dati anagrafici. Ora alcune domande per saperne di più su di te

12. Anno di nascita

 

13. Sesso

Maschio / Femmina

14. Dove hai frequentato l’ultimo anno delle scuole superiori?

Italia / Estero

14A Che anno di corso frequenti?

1°      2°      3°      4°      5°      6° Fuori corso

15. Hai già iniziato a cercare materiale per la stesura della tesi di laurea?

Sì / No

16. Hai mai frequentato corsi sugli strumenti per la ricerca bibliografica (cataloghi, banche dati, ecc.)?

Sì / No

16A Se sì, quali?

Corsi delle biblioteche dell’Università di Modena e Reggio Emilia

Corsi di altre biblioteche

Corsi organizzati da docenti/tutor

Corsi frequentati alle scuole superiori

17. A quale dipartimento sei iscritto?

 

17A A quale corso di laurea?